Segnalatori di Scarto. L’inaugurazione l’8 giugno

Scritto da Vicepreside

Il 06 Giu 2018

XXII Edizione del PREMIO BOCCIONI – SEGNALATORI DI SCARTO

Liceo Artistico U. Boccioni
Piazzale Arduino 4, Milano

8 giugno 2018
ore 18.30

Agli Studenti, ai Docenti, ai Genitori, al Personale ATA
Ai Licei Artistici della Rete RENALIART

Il Liceo Artistico Boccioni di Milano, in collaborazione con il Centro Artistico ALIK CAVALIERE, nel sostenere e promuovere percorsi di riflessione sul compiersi dell’arte e della cultura, attiva un percorso laboratoriale di crescita espressiva strutturato in momenti di formazione teorica, d’incontro con autori e di “azioni del mettere in mostra” che propone come XXII edizione del Premio Umberto Boccioni, denominata “Premio_Lab Boccioni 2018”.

Il Premio, già patrocinato negli anni precedenti da Città Metropolitana di Milano, dal Comune di Milano e dall’Accademia di Belle Arti di Brera e consolidato da anni di successo, si avvale della collaborazione scientifica di alcuni docenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.

Il tema proposto in questa edizione è:

SEGNALATORI DI SCARTO
Dall’etica dello scarto all’estetica della forma

Lo scarto è il segnale di una differenza, l’evidenza del porsi in opera di un processo di selezione. L’attività del pensare stessa è selezione: scegliamo parole, idee, immagini, e ad ogni scelta si accompagna un mettere da parte, una rinuncia. Definire concetti risulta un continuo levare, una progressiva raffinazione di forme, finendo paradossalmente per definire l’atto stesso della creazione come eliminazione, ovvero rendere nulla qualcosa affinché qualcos’altro emerga e risulti percepibile. Se dunque il pensiero, inteso come processo di separazione, consiste nell’azione di dare forma definita a qualcosa staccandola da uno sfondo indistinto, bisogna pur considerare il presupposto che qualcosa parimenti su questo fondo rimanga, come residuo della selezione. La realtà del mondo è essere fondo, “ciò che è ovunque richiesto di restare (…) in modo siffatto da poter essere esso stesso impiegato per un ulteriore impiego” (M. Heidegger).

Lo scarto si viene a stratificare, un accumulo che si presta alla possibilità del recupero e del riuso, invitando a riflettere sull’atto stesso del creare: non porre qualcosa che in maniera discontinua riempie un vuoto, bensì un ciclico ripartire da ciò che precedentemente abbiamo considerato e reso “nulla”. L’azione creativa interviene su una materia concreta che, persa l’occasione di avere un significato e un valore a un dato istante, trova modo di vedersi impresse nuove forme e determinazioni in un tempo successivo.

Lo scarto divenuto accumulo è così movimento a crescere, che occupa e riempie spazi vuoti. Oggetti e ricordi divengono l’ancoraggio cui si attinge per completare l’immagine di un mondo sempre sfuggente: un pensare retrospettivo e nostalgico che di fronte ad un’identità sottoposta alla tensione della frammentazione, dello stordimento e dell’oblio di sé, recupera pezzi e segue tracce per mantenere la propria integrità.

Integrità che appare ancora più fragile nell’attimo in cui si passa alla considerazione di un orizzonte comunitario. Gli scarti non sono più allora terreno saldo e confortante che si presta all’opera e alla mano dell’individuo, bensì gli individui stessi, nel momento in cui, fermandosi a riflettere e ponendo la giusta distanza fra sé e una società la cui matrice è legata ad un ciclo acritico di bisogno-soddisfacimento -senza che intervenga più la mediazione della ragione intesa come consapevolezza e controllo –si espongono alla possibilità dell’esclusione e dell’emarginazione.

“Il ritmo vertiginoso del cambiamento svalorizza tutto ciò che potrebbe essere desiderabile e desiderato oggi, contrassegnandolo fin dall’inizio come lo scarto di domani, mentre il timore di essere scartati che trasuda dall’esperienza del ritmo vorticoso del cambiamento induce i desideri a essere più avidi, e il cambiamento stesso a essere più rapidamente desiderato…” (Z. Bauman)

 

Premio Boccioni 2017-18 – SEGNALATORI DI SCARTO

 

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